La Terra Santa intesa come Israele e Palestina è in una situazione di difficoltà sempre più complessa. A partire dallo scoppio della cosiddetta “Seconda Intifada” fino all’ultima terribile guerra dell’estate 2014, la popolazione ha visto crollare ogni speranza.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, l’aumento dell’intensità del confronto e della violenza hanno costretto i palestinesi a confrontarsi con sfide sempre più dure. Il coprifuoco, le incursioni dell’esercito israeliano, le ritorsioni mirate, la proibizione di andare a lavorare in Israele, la istituzione di sempre più numerosi posti di blocco, l’isolamento di intere città, le difficoltà di movimento fino alla costruzione del Muro di separazione tra Israele e i Territori hanno fortemente diminuito le disponibilità economiche della gente.
Le condizioni di vita oggi sono diventate estremamente dure ed incerte. La chiusura dei territori ha causato una forte crescita del numero dei disoccupati. La gente è senza speranza, debole e vulnerabile.
In questo contesto i bambini e gli anziani sono coloro i quali pagano il prezzo più alto. Crescendo in un ambiente in cui la violenza è la norma, i primi, specialmente se affetti da handicap, sono privati delle esigenze basilari della loro fanciullezza, i secondi, invece, a causa dell'assenza di un sistema previdenziale che garantisca loro una pensione, assistenza medica e supporto sociale, vivono in situazioni di solitudine e abbandono, che raramente vengono affrontate dalla società palestinese dove non esiste la cultura della cura degli anziani.