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Causale Progetto Terra Santa
"PROFUGHI" o "RADICI" o "EMERGENZA MEDICA "

 
 
Progetto "Profughi in Libano"

 
 
 
 

Dayr Mimas è una pittoresca cittadina a 88 km a sud est di Beirut, in Libano, dove i francescani della Custodia di Terra Santa hanno iniziato un’attività pastorale sessant’anni fa. Attorno alla figura del loro santo patrono Mamas, i 400 abitanti cristiani di Dayr Mimas sono un esempio di armoniosa convivenza, ci sono cattolici - latini, greci e maroniti, ortodossi e protestanti - battisti e evangelisti. Ogni anno, il 15 di settembre, si riuniscono tutti e grandi festeggiamenti vengono organizzati per onorare il martire della città.

Qualche tempo fa gli abitanti sono stati sollecitati per accogliere nel villaggio 7 famiglie profughe irachene. Originarie di Qaraqosh, la più grande città cristiana dell'Iraq, queste famiglie, tra cui ci sono 19 giovani, professano il rito siro-cattolico. Hanno dovuto lasciare tutto in fuga dalle minacce dell'Isis: genitori, amici, lavoro e casa. Una grande parte di loro si sono rifugiati, in primo luogo, in Turchia; ma come spiega una giovane madre con i suoi tre bambini : "Lì non parlavamo la stessa lingua, siamo rimasti rintanati a casa, di nascosto, per 40 giorni; i cristiani non sono benvenuti". Hanno deciso di raggiungere il Libano, un paese dove i cristiani sono attualmente il 40% della popolazione.

Dopo un paio di giorni a Beirut, tra le difficoltà nel trovare un alloggio (adesso ci sono più di 1.6 milioni di profughi siriani per un paese di 4 milioni di abitanti), le forti tensioni e i frequenti controlli di polizia, hanno preferito lasciare la capitale e la sua miseria ambientale per l'entroterra, meno costoso e sollecitato. Ma privi di tutto, senza vestiti per l’inverno, beni primari, cibo o soldi, come sistemarsi in un villaggio sconosciuto? Fra Toufic, il parroco, spiega: "Questi fedeli hanno già perso tutto, non potevamo lasciarli privi di speranze, ci siamo organizzati con l’aiuto di gente di buona volontà".

 
 
 

Bisognava, innanzitutto, trovare un alloggio per queste famiglie. E si è affidato alla solidarietà degli abitanti. "Nelle montagne libanesi, tanta gente usa la sua casa soltanto durante l’estate. D'inverno rimangono vuote perché la gente preferisce il clima più piacevole di Beirut. Gli abbiamo chiesto di aprire le loro case in cambio di un piccolo affitto e hanno accettato". Da allora, la Custodia di Terra Santa sta pagando, ogni mese, l’affitto di 7 appartamenti. "Ma per quanto tempo ancora?" si chiede fra Toufik. "Non hanno lavoro e a Dayr Mimas si lavora la terra, si produce olio e vino, non ci sono tante imprese o fabbriche". Infatti, il villaggio si trova al confine con Israele e, dal 2006 - data dell’ultimo conflitto arabo-israeliano, la situazione economica rimane molto delicata. "Gli ortodossi hanno pagato il combustibile per il riscaldamento" aggiunge il parroco, evidenziando una risposta ecumenica e concertata all’emergenza. La gente, da parte sua, ha dato dei vestiti, delle scarpe e dei mobili, tutto quello che possono dare. La Custodia distribuisce anche dei kit alimentari ogni mese (barattoli, carboidrati, zucchero, etc), mentre alcune associazioni locali e internazionali (MSF, la Croce Rossa, DRC- Danish Refugee Council e AVSI) forniscono assistenza medica.

I 19 giovani iracheni sono adesso registrati nelle scuole pubbliche vicine ma non possono andarci perchè bisogna pagare il trasporto tra Dayr Mimas e le scuole nel villaggio di Khayaa (6 chilometri), o ancora comprare delle forniture scolastiche. Agli occhi del frate francescano c’è anche un’altra emergenza: il sostegno spirituale. "Queste famiglie sono cattoliche, certo con un rito orientale ma professano la stessa fede in Gesù Cristo, si nutrono della stessa Eucaristia". Nel villaggio non c'è un parroco siro-cattolico, e per questo le famiglie vanno dove la porta è aperta e la chiesa accogliente. "Ognuno è libero di credere a ciò che vuole, ma io non lascerò ai protestanti la crescita spirituale di questi fedeli" afferma il frate libanese, "Papa Francesco ci ha chiesto la vicinanza della Chiesa Cattolica con i nostri fratelli orientali, ed eccoci qua!".

La parrocchia latina ha già un club per i giovani e un gran campo esterno da calcio e da basket...Bisogna adesso creare e animare delle attività specifiche per questi giovani, ad esempio alcuni parlano più il siriaco che l’arabo (in forma di dialetto, il siriaco o aramaico si è mantenuto sino ai giorni nostri in alcune località come Qaraqosh), bisogna favorire la loro integrazione. "La comunità cattolica a Dayr Mimas è di minoranza, accogliamo questi nuovi e giovani fedeli con grande gioia, loro ci stimolano!" conclude una parrocchiana.

 
 
 
 

Bisogni
Il progetto si propone di rispondere, in maniera globale, ai seguenti problemi di carattere sociale ed economico legati all’emigrazione di persone cristiane vulnerabili, soprattutto i giovani:

  • Il costo oneroso dell’alloggio e l'incertezza di avere abbastanza da mangiare tutti i giorni
  • Le difficoltà a raggiungere le scuole pubbliche e la mancanza di forniture scolastiche
  • L'assenza di attività ricreative frequenti per i giovani, specialmente un’animazione pastorale (il catechismo) con la condivisione di momenti di vita cristiana

Strategia e obiettivi
La strategia del progetto mira a tre risultati concreti:

  • maggiore autonomia delle famiglie irachene che possa anche favorire il loro inserimento nella società libanese (trovare un lavoro, registrarsi presso l’UNRWA, informarsi sulle possibilità di emigrazione...)
  • integrazione dei giovani nelle scuole pubbliche libanesi
  • sostegno spirituale a una comunità senza punto di riferimento spirituale

L’obiettivo generale è di migliorare le condizioni di vita di una popolazione che è stata emarginata a causa della propria fede e che si trova oggi in una situazione di grande vulnerabilità in Libano.

Beneficiari
8 famiglie irachene tra cui 19 giovani

Partner di progetto - Organizzazione operativa

  • Municipalità di Dayr Mimas: gestione tecnica e logistica (trasporto, scuole, attività...), monitoraggio delle famiglie.
  • Custodia di Terra Santa: sostegno spirituale, gestione finanziaria, comunicazione.
  • Associazione pro Terra Sancta: implementazione, sviluppo e rendicontazione del progetto.

Responsabile raccolta fondi
Associazione Obiettivo Francesco

 

 
 

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Causale: "Progetto Terra Santa Profughi"

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